Vengono normalmente sottoposti a test di crevice gli acciai inossidabili e le leghe a base Nichel e Cromo. I campioni metallici vengono legati a blocchetti di tetrafluoroetilene per mezzo di elastici anch’essi di questo materiale. Lo scopo è quello di creare zone di ristagno potenzialmente soggette al fenomeno sopra descritto. Dopo averli immersi in una soluzione di cloruro ferrico (FeCl3) a temperatura costante e per una durata determinata, i campioni vengono risciacquati, pesati ed esaminati. Si valutano dunque la perdita di massa, la profondità media e massima dei crevice in prossimità dei punti di contatto tra la superficie metallica e gli elastomeri applicati.
La norma ASTM G 48 definisce anche le modalità per individuare la temperatura alla quale si innesca il processo di corrosione sopra descritto. La temperatura di partenza è stimata secondo una formula che moltiplica le percentuali di Cromo, Nichel e Molibdeno per dei coefficienti stabiliti. Se a tale temperatura, definita anche Critical Crevice Temperature, si notano crevice con profondità maggiore o uguale a 0,025 mm, la prova viene ripetuta abbassando la temperatura; se al contrario si notano crevice con profondità inferiore, la prova viene ripetuta alzandola. In questo modo è possibile identificare l’effettiva temperatura critica di innesco del crevice. La norma ASTM G 48 definisce anche le modalità per individuare la temperatura alla quale si innesca il processo di corrosione sopra descritto.